matera | paesaggi probabili
Matera, Capitale della cultura europea 2019, è un luogo unico al mondo.
Il suo spettacolare paesaggio rupestre, fusione di natura e cultura, si fissa negli occhi di ciascuno di noi come un’icona magnetica, spaziale e insieme temporale. Matera ha mille paesaggi diversi, orizzontali e verticali, fatti di pieni e soprattutto di vuoti, che derivano tutti da un’unica matrice, quella roccia calcarenitica antica e tenera, che caratterizza tutto il territorio contermine, ove l’uomo ha saputo, da tempo immemore, ambientarsi nel contesto naturale, scavando e costruendo ripari, case e poi città. Impariamo a vedere e a ricordare, sembra allora dirci Nico Colucci con questa teoria di immagini spiazzanti, che sembrano reali e invece non lo sono. Che ci sembra di ri-conoscere e subito ci turbano, perchè respingono ogni punto di riferimento: quel luogo mi sembra, ma non è. Quella cava, quella chiesa, quell’affaccio, si scuce dal paesaggio reale e si ricuce in un paesaggio diverso, dalla prospettiva impossibile, come in una creazione di Maurits Cornelis Escher. Come l’artista olandese, anche Colucci rielabora il reale con un piccolo artificio, una saldatura di pieghe, uno srotolamento di margini, un’esclusione di limiti. Leggere sfasature di piani, slittamenti del punto di vista che si traducono nel paradosso di Paesaggi Probabili e conturbanti, che giocano con noi scompaginando certezze e confondendo idee.
Marta Ragozzino
Direttore polo museale regionale della Basilicata